Bel giro, ottimo per allenamento, che affronta due salite in sequenza. La prima, è il famoso Selvino, dal versante di Nembro, con la sua scenografica sequenza di 12 tornanti. Ognuno dei tornanti, 19 in totale se ho contato bene, è dedicato ad un ciclista Bergamasco. Con l'eccezione del primo, riservato ad una figlia di queste parti: Lara Magoni. Chi non la ricorda?

Una crescendo che culmina con Paolo Savoldelli, Ivan Gotti e, naturalmente al numero uno, Felice Gimondi.

 La salità è tranquilla, da passisti-scalatori, mai sopra il 6%. Il tratto più duro, in realtà, è dopo la fine (ufficiale) della salita. Per raggiungere da Selvino la frazione di Cantul, bisogna superare una rampa, comunque breve, decisamente più ripida di tutto il tratto che la precede.

La seconda salita, al santuario d'Altino, è tutt'altra storia. In meno di 5 chilometri, supera 475 metri di dislivello. Da quando si inizia a salire, si trovano pendenze costantemente fra il 9 e l'11%. Non molla praticamente mai, salvo i benedetti tornanti ed un paio di brevissimi tratti dove si può respirare per qualche secondo.

Gli ultimi 500 metri sono i più duri. Una lunga rampa che smebra non finire mai; non so dire esattamente la pendenza, ma un paio di volte la bicicletta si è impennata..

Raggiunto il Santuario, la fatica è quasi finita. Si incontrano un paio di tratti in contropendenza, anche secchi, ma fortunatamente brevi. Poi, tutta discesa fino a riantrare ad Albino.

Ho registrato il percorso oggi, 23 maggio. E mi piace ricordare che partenza e arrivo si trovano in Piazzale Falcone e Borsellino.